Giornata Mondiale della Famiglia

  Madre Giovanna scriveva così alle sue Figlie, sulla Famiglia, il 14 settembre 1980:

        “Cinquant’anni fa, io, guardando nella nube dell’avvenire, vi consacravo al Verbo Incarnato, col precipuo, altissimo fine della Famiglia!…

        Figlie care, non dimenticate mai che la Famiglia è la “cellula” dalla quale provengono tutte le vocazioni e i vari stati di vita nella Chiesa!

Sia, dunque, la vostra vita consacrata il propulsore più forte e disponibile per essere religiosamente presso il focolare domestico nella sua santità di testimonianza.

E’ verità che noi come Missionarie del Verbo Incarnato, e come banditrici della Sua Parola, siamo state chiamate e scelte, da Lui, alla sollecitudine dei problemi della Sua Chiesa!

         Vivete dunque per il Verbo Incarnato e per la Famiglia, da Lui voluta, fondamento della Società, perché in essa nasce e cresce l’uomo, con la certezza che l’evangelizzazione del futuro dipenderà, in gran parte, dalla “Chiesa domestica”, Scuola dell’Amore e della conoscenza di Dio!”. (Cfr. FdA 254)

La  motivazione che mi ha spinto a partecipare all’incontro mondiale delle famiglie a Milano è stato proprio perché M.F.V.I., chiamata e mandata alla Famiglia “chiesa domestica”secondo il carisma che la Madre ci ha trasmesso;  inoltre il desiderio di condivisione con alcune famiglie di Sassuolo impegnate in parrocchia, insieme alle quali ho partecipato anche ad alcuni incontri di preparazione tenuti da don Alessandro Ravazzini.

Ho partecipato con suor Gloria a questo evento e ci siamo unite alle famiglie di Sassuolo Villalunga e Castellarano. Siamo partiti tutti in pullman da Sassuolo, al mattino presto del 3 giugno 2012 e abbiamo partecipato alla S. Messa della Domenica. Il clima che si percepiva durante il viaggio era di attesa gioiosa, con la speranza e la fiducia di vivere un momento significativo.

Arrivati a Milano abbiamo preso “il treno che va sottoterra” – come è stato detto ai bambini per spiegare la metropolitana – e poi con un bus siamo arrivati vicino all’aereoporto di Bresso, luogo in cui si svolgeva la celebrazione. Ci siamo uniti “al fiume” di persone e ci siamo lasciati guidare dai volontari, organizzati molto bene, per arrivare a destinazione, per l’inizio della S. Messa.

Benedetto XVI, nell’omelia, dopo i saluti e i ringraziamenti si è rivolto alle Famiglie, affidando loro “il compito di edificare comunità ecclesiali che siano sempre più famiglia, capaci di riflettere la bellezza della Trinità e di evangelizzare non solo con la parola, ma direi per «irradiazione», con la forza dell’amore vissuto”.  Ha poi parlato dell’origine  e della fecondità del matrimonio: per la coppia stessa, nella procreazione e per la società.

Li invita alla cura dei figli trasmettendo loro, con serenità e fiducia, le ragioni del vivere, la forza della fede, prospettando loro mete alte e sostenendoli nella fragilità, e li esorta alla preghiera  care famiglie, chiedete spesso, nella preghiera, l’aiuto della Vergine Maria e di san Giuseppe, perché vi insegnino ad accogliere l’amore di Dio come essi lo hanno accolto coltivare il dialogo, rispettare il punto di vista dell’altro, essere pronti al servizio, essere pazienti con i difetti altrui, saper perdonare e chiedere perdono, superare con intelligenza e umiltà gli eventuali conflitti, concordare gli orientamenti educativi, essere aperti alle altre famiglie, attenti ai poveri, responsabili nella società civile”.

La creazione, affidata da Dio alla coppia umana, (cfr 1,27-28; 2,15) diventa compito: “collaborare con Dio per trasformare il mondo, attraverso il lavoro, la scienza e la tecnica. L’uomo e la donna sono immagine di Dio anche in questa opera preziosa, che devono compiere con lo stesso amore del Creatore. Noi vediamo che, nelle moderne teorie economiche, prevale spesso una concezione utilitaristica del lavoro, della produzione e del mercato. Il progetto di Dio e la stessa esperienza mostrano, però, che non è la logica unilaterale dell’utile proprio e del massimo profitto quella che può concorrere ad uno sviluppo armonico, al bene della famiglia e ad edificare una società giusta, perché porta con sé concorrenza esasperata, forti disuguaglianze, degrado dell’ambiente, corsa ai consumi, disagio nelle famiglie. Anzi, la mentalità utilitaristica tende ad estendersi anche alle relazioni interpersonali e familiari, riducendole a convergenze precarie di interessi individuali e minando la solidità del tessuto sociale”.

Riposo e festa: “Un ultimo elemento. L’uomo, in quanto immagine di Dio, è chiamato anche al riposo e alla festa. Per noi cristiani, il giorno di festa è la Domenica, giorno del Signore, Pasqua settimanale. E’ il giorno della Chiesa, assemblea convocata dal Signore attorno alla mensa della Parola e del Sacrificio Eucaristico, come stiamo facendo noi oggi, per nutrirci di Lui, entrare nel suo amore e vivere del suo amore. E’ il giorno dell’uomo e dei suoi valori: convivialità, amicizia, solidarietà, cultura, contatto con la natura, gioco, sport. E’ il giorno della famiglia, nel quale vivere assieme il senso della festa, dell’incontro, della condivisione, anche nella partecipazione alla Santa Messa. Care famiglie, pur nei ritmi serrati della nostra epoca, non perdete il senso del giorno del Signore! E’ come l’oasi in cui fermarsi per assaporare la gioia dell’incontro e dissetare la nostra sete di Dio.  Famiglia, lavoro, festa: tre doni di Dio, tre dimensioni della nostra esistenza che devono trovare un armonico equilibrio. Armonizzare i tempi del lavoro e le esigenze della famiglia, la professione e la paternità e la maternità, il lavoro e la festa, è importante per costruire società dal volto umano. In questo privilegiate sempre la logica dell’essere rispetto a quella dell’avere: la prima costruisce, la seconda finisce per distruggere. Occorre educarsi a credere, prima di tutto in famiglia, nell’amore autentico, quello che viene da Dio e ci unisce a Lui e proprio per questo «ci trasforma in un Noi, che supera le nostre divisioni e ci fa diventare una cosa sola, fino a che, alla fine, Dio sia “tutto in tutti”

Al termine della celebrazione, che è stata per tutti un grande dono, abbiamo pranzato e siamo ripartiti per tornare ciascuno alla propria quotidianità ricchi di un’esperienza vissuta nella gioia e nella condivisione di valori e obbiettivi comuni.

suor Elisa Visani

 

 

 

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